La casa automobilistica Toyota – 2
Il sistema Toyota
Avv. Reiko Atsumi
Per chi è nato e vive nella Prefettura di Aichi, sono molti i conoscenti che lavorano non solo per la Toyota, ma per un’azienda affiliata alla Toyota o sua subappaltatrice.
Davanti a me ho un volume chiamato “Il libro nero delle grandi Compagnie”. Pubblicato nel 1981 (anno 56 dell’Era Showa) dalla “Conferenza di Collegamento di Aichi per la tutela della libertà e della democrazia nei luoghi di lavoro”, chiarisce le condizioni lavorative dei luoghi di lavoro di grandi compagnie che stanno nella Prefettura di Aichi, come la Nippon Steel (Shin-nittetsu), la Toray, la Mitsubishi Heavy Industries, la Chubu Electric Power, la Sumitomo Light Metal Industries, la siderurgica Okuma, la Nippon Gaishi Insulators.
Al vertice degli articoli c’è quello scritto dai lavoratori della Toyota Motor Company, intitolato “il potenziamento del lavoro dovuto al metodo Kanban e i disastri sul lavoro”.
Nel 1980 la Toyota Motor Company aveva superato il milione di autovetture esportate, e gli attriti commerciali tra il Giappone e gli Stati Uniti d’America erano senza dubbio molto gravi.
Si dice che in quel periodo in fabbrica “si è rafforzata la costruzione di un sistema che porta il massimo dei risultati col numero attuale di dipendenti, e si è imposto un lavoro ultra-impegnativo inizialmente ai dipendenti della Toyota, e poi a tutti quelli delle piccole e medie imprese delle aziende subappaltatrici dell’indotto.” Se si guardano i numeri, tra il 1976 e il 1980, in 5 anni, mentre i ricavi lordi sono aumentati del 65,9% e il numero di vetture prodotte del 31,9%, il numero dei lavoratori è aumentato solo del 5,8%. In altre parole, il numero di vetture per ogni lavoratore è salito da 55,4 a 69 automobili, e i ricavi lordi per ogni lavoratore da 44 milioni a 70 milioni di yen. Da questi numeri si capisce bene che il carico di lavoro per ogni lavoratore è aumentato vertiginosamente.
In quel periodo, siccome si erano diffuse in tutto il Giappone le critiche per le terribili condizioni di lavoro dei dipendenti della Toyota, si dice che nei centri di assunzione non c’erano persone che chiedevano di fare colloqui di lavoro per essere assunti dall’azienda.
Nel 1981 l’azienda portò avanti la politica di “aumento dei giorni di ferie pagate”, ma in realtà era un “movimento per l’assegnazione di ferie in modo programmatico”, e nell’articolo di un giornale del tempo c’era scritto che “se si pensa a far funzionare la fabbrica con un numero minore di dipendenti, bisogna calcolare anticipatamente che i dipendenti lo sappiano. Insomma, questa è una cosa pensata dalla necessità dovuta alla diminuizione del numero di lavoratori che la mattina all’improvviso prendono il riposo, e non è stata assolutamente pensato per rendere più facile prendere le ferie.” Come risultato ci fu che non aumentò la percentuale di ferie prese, ma solo quella di ferie programmate.
Inoltre, per aumentare la produzione, nella Prefettura di Aichi fu costruito l’impianto di Tahara, e tra il giugno del 1980 e il maggio del 1981 vi furono trasferiti quasi 90 lavoratori provenienti dalla fabbrica della vicina città di Toyota. Tuttavia, in quest’ultimo impianto furono assunti in loro sostituzione solo 16 dipendenti e perciò il lavoro divenne ancora più intenso e duro. Questo modo di non abbassare i livelli produttivi pur diminuendo il numero dei lavoratori era il metodo con cui la Toyota gestiva il lavoro. Inoltre, per quanto riguarda la velocità della linea di produzione in un determinato posto di lavoro, si ideò il sistema Stop Watch con cui si misurava ogni singolo movimento del lavoratore, e per fare ciò si prese come punto di riferimento il lavoratore più veloce tra tutti, e questi dati vennero scritti sul Registro base del lavoro. Come risultato, tutti i lavoratori dovettero adattare la loro velocità a quella del loro collega più veloce, avendo un ulteriore rafforzamento dell’intensità lavorativa. Fu così che siccome ogni movimento era calcolato al secondo, ad ogni operaio fu rubato il tempo anche solo di andare in bagno durante il lavoro.
Nel “Libro nero delle Grandi Compagnie” c’è anche un articolo scritto da un lavoratore dell’azienda Toyota Telai Automatici.
La Toyota Telai Automatici è un’azienda precedente alla Toyota Motor Company, e fu fondata nel 1926 (anno 15 dell’Era Taisho), ed è attualmente la prima delle aziende collegate alla Toyota Motors, e oltre a produrre i telai meccanici come in origine, si occupa anche di una produzione legata alle automobili, come il montaggio, i motori, l’impianto di aria condizionata, e altri pezzi elettronici. La sede si trova nella città di Kariya, nel quartiere Toyota.
Utilizza il metodo Kanban della Toyota, ma i lavoratori della fabbrica che produce automobili come azienda subappaltatrice della Toyota dicono che “è più duro lavorare alla linea della fabbrica tessile rispetto a quella delle automobili”, e anche i quadri dicono che “siccome ricevono il lavoro dall’azienda madre Toyota, se la linea è più lenta di quella della fabbrica di automobili, non ci sono guadagni.” Per esempio, dicono che se nel 1975 la velocità della linea era di 7 minuti a vettura, nel 1979 si era velocizzata a 3 minuti e mezzo a vettura. Grazie alla velocizzazione della linea, in questi 4 anni il numero di vetture prodotte fu quadruplicato.
A causa di questa intensificazione del lavoro aumentarono le malattie dovute al lavoro come i mal di schiena, i disagi muscoloscheletrici, il tremolio delle mani. In questo articolo un lavoratore che soffriva di dolori alla schiena, quando ha presentato all’azienda il modulo di richiesta di assegnazione di un assegno per il pagamento delle cure mediche (cioè il modulo di richiesta di infortunio), l’azienda ha risposto per iscritto a quest’uomo che “non c’erano cause legate al lavoro”, e ha scritto anche che “questa insistenza nel sostenere che si trattasse di infortunio, era veramente deplorevole per i rapporti tra l’azienda stessa e il lavoratore”. Nonostante nel caso in cui il modulo di richiesta di infortunio venga dato dal lavoratore all’azienda debba essere mandato da questa all’Ispettorato del Lavoro, e debba anche essere conservato, qui l’azienda ha ostacolato e violato il diritto del lavoratore a fare richiesta di infortunio. È così che, nonostante sul posto di lavoro ci fossero diversi infortuni, i lavoratori non potevano nemmeno presentare la richiesta di infortunio a causa dell’atmosfera creata da una tale azienda.
Guardandola da questo punto di vista, si capisce perchè la Toyota dopo il 1980 sia diventata la seconda Casa Automobilistica del mondo per numero di vetture vendute, e in seguito sia diventata la prima in assoluto. In più è stato far lavorare i dipendenti fino la limite tenendo bassi gli stipendi che ha portato al risultato di un aumento dei numeri della produzione.
Riguardo alle condizioni di lavoro della Toyota Motors e delle aziende collegate, nonchè di quello che è diventato la loro base, cioè il “sistema Toyota” che si occupa della gestione della produzione e del lavoro, vi invito a consultare il professor Masaki Saruta, che è molto esperto dell’argomento, e che per esempio nel 1995 (anno 7 dell’Era Heisei) con l’Associazione Zeimu Keiri Kyoukai (Associazione fisco-finzanziaria) ha pubblicato il libro “Il sistema Toyota e la gestione del lavoro”.
Continua...
Traduzione di Diego Lasio