La casa automobilistica Toyota – 3
Le morti da sovraffaticamento sul lavoro
Avv. Reiko Atsumi
Sono molte le persone che sentendo parlare della casa automobilistica Toyota, gli viene in mente una ottima ed eccellente azienda. Tuttavia, abitando nella Prefettura di Aichi, sento spesso delle terribili condizioni delle fabbriche in cui lavorano i dipendenti di questa azienda. Per di più alla Toyota Motors ci sono spesso casi di morti o suicidi dovuti al sovraffaticamento sul lavoro, e qualche volta queste notizie escono sui giornali.
Io personalmente non mi sono mai occupata di morti per sovraffaticamento sul lavoro accadute alla Toyota, perciò ho fatto alcune ricerche e ho trovato la sentenza n. 814 del Tribunale del Lavoro emessa il 18 giugno del 2001 (Anno 13 dell’Era Heisei) dal Tribunale distrettuale di Nagoya sul caso del Direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Toyota (Toyota Motors), e la sentenza n. 856 del Tribunale del Lavoro relativa allo stesso caso emessa dalla Corte di Appello di Nagoya l’8 luglio del 2003 (Anno 15 dell’Era Heisei). Ho trovato anche una sentenza emessa dal Tribunale distrettuale di Nagoya in data 30 novembre 2007 (Anno 19 dell’Era Heisei) relativa al caso del Direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Toyota e dello Stato (Totota Motors). Inoltre ho trovato un articolo di giornale in cui si parla di una sentenza relativa ad una morte da sovraffaticamento sul lavoro avvenuta in un’azienda collegata alla Toyota con una sentenza delle Corte d’Appello di Nagoya del 23 febbraio 2017 (Anno 29 dell’Era Heisei). Per quanto riguarda le morti da sovraffaticamento sul lavoro, se si cercano non solo notizie relative alla Toyota Motors ma anche quelle relative alle aziende a essa collegate, è probabile che i casi siano molti di più.
Il primo caso è quello di un suicidio di una persona che si è gettato giù da un edificio.
Il signor “A” fu assunto dalla Toyota Motors nell’aprile del 1978 (Anno 53 dell’Era Showa) e lavorava come ingegnere alla progettazione delle carrozzerie. Quando nel febbraio del 1988 (Anno 63 dell’Era Showa) fu promosso a capo del Reparto 1 del Settore della progettazione delle carrozzerie, il 23 agosto dello stesso anno, verso le 5:30 del mattino, si lanciò dal ballatoio del quinto piano di un palazzo vicino a casa sua, morendo a causa delle lesioni riportate su tutto il corpo. Al momento della sua morte il signor “A” aveva 35 anni.
Nel marzo del 1989 (Anno primo dell’Era Heisei) la moglie del signor “A” ha fatto richiesta della pensione di indennità al familiare di un defunto all’Ispettorato del Lavoro di Okazaki, attribuendo il suicidio del marito al fatto che fosse entrato in uno stato di depressione a causa del lavoro, ma nell’ottobre del 1994 (Anno 6 dell’Era Heisei) l’Ispettorato del Lavoro di Toyota, a cui in seguito era stata girata la pratica, ha respinto la sua richiesta. Per questo motivo la moglie del signor “A” ha intentato una causa come querelante.
Il Tribunale distrettuale di Nagoya ha emesso una sentenza di “annullamento della decisione di non attribuire la pensione di indennità per il familiare di un defunto”. In poche parole la moglie del signor “A” aveva vinto. A quel punto il Direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Toyota ha ricorso in appello alla Corte d’appello di Nagoya, e l’8 luglio del 2003 (Anno 15 dell’Era Heisei) fu emessa la sentenza di rigetto dell’appello.
Nell’udienza di appello fu molto controversa la questione se le cause della depressione che avevano portato al suicidio fossero dovute o no al lavoro, ma la sentenza dichiarava così come segue riguardo l’aumento vertiginoso degli impegni lavorativi in seguito alla promozione a caporeparto.
“Nell’azienda Toyota, per quanto riguarda il processo di produzione, viene utilizzato un sistema originale dell’azienda caratterizzato dalla “automatizzazione” e dal metodo “Just In Time”, attraverso cui si mira ad ottenere un grande innalzamento dell’efficienza produttiva e un abbattimento dei costi come ad esempio quelli sulle spese per il personale. Inoltre, per esempio, lo sviluppo dei nuovi modelli di auto o il minor-change delle auto di serie avveniva con un programma di lavoro giornaliero già fissato preventivamente per l’ufficio di progettazione dei nuovi prodotti. E poi, siccome un ritardo da parte di chi si occupava della progettazione avrebbe influenzato enormemente anche l’agenda di lavoro degli altri reparti, si dovevano rispettare rigidamente le scadenze per la presentazione dei progetti, e per questo tale periodo era quello più impegnativo e pesante per il reparto progettazione.”
“I compiti lavorativi principali del signor “A”, in qualità di caporeparto, erano la produzione del resoconto mensile, la risoluzione delle lamentele arrivate dai reparti di produzione e dai punti vendita, la gestione della sistemazione delle operazioni, la scrittura dei progetti prioritari, il coordinamento con gli altri reparti, le riunioni per il miglioramento dei progetti recandosi nei luoghi di fabbricazione della produzione, la richiesta dei brevetti.” Oltre a ciò, furono verificati alcuni fatti come il lavoro effettuato fuori dagli orari lavorativi, l’esistenza di un regolamento degli straordinari ottenuto in seguito al movimento per il dimezzamento degli straordinari, gli ordini di recarsi in missione di lavoro all’estero, la nomina a leader sindacale di fabbrica da parte del sindacato dei lavoratori.
A causa di tutti questi fatti appurati, fu verificato anche che, ad esempio, “in altre parole, quelli erano compiti da quadri dirigenziali intermedi, e si può presumere che fossero più stressanti di quelli di un semplice dipendente”, e che in più “alla Toyota fino al giugno del 1987 (Anno 62 dell’Era Showa) ci fu il movimento per il dimezzamento degli straordinari, e che anche in quel 1988 (Anno 63 dell’Era Showa) veniva fissato il numero di ore di straordinario da raggiungere come obiettivo con una media di ore mensili per ogni singola persona, e anche se veniva formalizzata la revoca di alcuni lavori e l’efficientizzazione di altri lavori, per il regolamento degli straordinari, la densità del lavoro da svolgere si può supporre che fosse aumentata. Tra il novembre del 1987 (Anno 62 dell’Era Showa) e il giugno del 1988 (Anno 63 dell’Era Showa), il signor “A” faceva più di 40 ore di straordinario al mese, ma se si considera che ciò era quasi conforme alle ore di straordinario da raggiungere come obiettivo di cui si è detto in precedenza, si può dedurre che dopo il febbraio del 1987 (Anno 62 dell’Era Showa) la densità di lavoro per lui era molto più alta che in precedenza.”
“Il signor “A”, per via del sovraccarico di lavoro dovuto a una continua serie di straordinari e di lavoro fuori orario fatto fino a quel punto, ha assimilato tutto quel carico a livello fisico e mentale, e per aver accumulato la fatica fisica e psicologica, nonché per il fatto che il suo lavoro si sia appesantito per la scadenza della presentazione dei progetti di due nuove autovetture nel luglio del 1988 (Anno 63 dell’Era Showa), per il sovraccarico e per la fatica dei suoi compiti, e anche per il ritardo nella presentazione dei progetti, deve aver senza dubbio subito un fortissimo contraccolpo psichico e fisico... [...]... la depressione del signor “A”, che in questo nostro caso provava una fatica fisica e psichica a causa dei suddetti sovraccarichi di lavoro e per il fatto di essere stato nominato leader sindacale della fabbrica, e il fatto che questi fattori si influenzavano a vicenda con questo suo carattere tendente alla depressione, erano i sintomi di questa malattia; inoltre il coordinamento della sua agenda di lavoro con i progetti di sviluppo successivi e l’aver ricevuto l’ordine di recarsi in missione di lavoro all’estero non hanno fatto altro che aggravare terribilmente questa sua depressione. È ragionevole riconoscere che in questo caso il signor “A” a causa della sua depressione desiderasse convulsamente morire e che per questo si sia suicidato.” Così fu riconosciuto il nesso di causa ed effetto tra la depressione e il suicidio del signor “A” e il suo lavoro.
Questa sentenza è ovviamente da considerare giusta, ma il primo motivo per cui il direttore dell’Ispettorato del Lavoro aveva giudicato “non assegnabile” la pensione di indennità era che si pensava che la causa del numero delle sue ore di straordinario fuori orario fosse che ne facesse circa 43 al mese. Tuttavia, pensare che il semplice fatto di fare un tot di ore di straordinario fuori orario possa far capire se ci sia o meno dello stress, e quanto ce ne sia, è pericoloso e dannoso. Questo perchè anche considerando l’ipotesi che un datore di lavoro dia l’ordine di diminuire le ore di straordinario per un dipendente, questo datore di lavoro non diminuirà mai i compiti che gli affida e non procrastinerà mai le date delle scadenze per lui. In questo senso si può pensare che in questa sentenza siano spiegate bene le ragioni per cui il direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Toyota si sia sbagliato.
Secondo le notizie riportate sui giornali, l’attualmente valido accordo n.36 della Toyota Motors (accordo tra imprenditori e lavoratori riguardante il lavoro fuoriorario stipulato in base all’articolo 36 della Legge sugli Standard del Lavoro), si parla di 8 ore al giorno regolari, di 80 ore al mese e di 720 ore all’anno. Guardando queste cifre si può pensare che non siano eccessive, ma l’art. 32 della Legge sugli Standard del Lavoro prevede che per quanto riguarda il lavoro fuoriorario, siccome è di fino a 8 ore al giorno, se si aggiungono queste ore fuoriorario significa che “lavorare fino a 16 ore al giorno va bene”; e siccome prevede fino a 40 ore alla settimana, se consideriamo per esempio che ci siano in un mese 4 settimane, farebbero 160 ore, e se a queste si aggiungono le 80 ore regolari, significa che “far lavorare una persona 240 ore al mese va bene”.
Continua...
Traduzione di Diego Lasio