La casa automobilistica Toyota – 4
Le morti da sovraffaticamento sul lavoro
Avv. Reiko Atsumi
Proviamo a vedere cosa dice un’altra sentenza di un caso di morte da sovraffaticamento sul lavoro, pubblicata su una rivista specialistica di giurisprudenza.
Si tratta della sentenza sul lavoro n.951 emessa dal Tribunale distrettuale di Nagoya per la causa nei confronti del direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Toyota e dello Stato (e della Toyota Motors). Questa sentenza è definitiva in quanto non è stato presentato appello da parte degli imputati.
Il signor “B” fu assunto dalla Toyota Motors nell’aprile del 1989 (Anno 1 dell’Era Heisei). Lavorava principalmente nella fabbrica di Tsutsumi, ed era stato assegnato al gruppo RL813 del reparto Qualità 1 del settore del Controllo Qualità, in cui controllava che nelle carrozzerie non ci fossero deformazioni o bozzi. Il 9 febbraio del 2002 (Anno 14 dell’Era Heisei), si trovava all’interno della camera del personale dove si stava occupando di varie cose, come redigere sul registro del cambio turno il rapporto sulle questioni da comunicare al momento del passaggio di consegne al gruppo del turno successivo (chiamato “gruppo del turno opposto”), ricevere i rapporti delle mansioni dagli operai della catena, avere dei colloqui con il leader del gruppo che controllava dopo l’assemblaggio se ci fossero dei malfunzionamenti alle portiere, e riportare indietro dai luoghi di assemblaggio i pezzi difettosi. In quel momento perse i sensi e crollò a terra dalla sedia. Alle 4:50 ebbe un arresto cardiaco, e alle 6:57 fu verificato il suo decesso presso l’ospedale in cui era stato trasportato. Al momento della sua morte il signor “B” aveva 30 anni.
La moglie del signor “B” nel marzo del 2002 (Anno 14 dell’Era Heisei) fece richiesta della pensione di indennità per il familiare di un defunto all’Ispettorato del Lavoro della città di Toyota, ma poichè nel novembre del 2003 (Anno 15 dell’Era Heisei) non le furono riconosciuti i requisiti, nel gennaio del 2004 (Anno 16 dell’Era Heisei) ella fece richiesta di esaminazione al perito dell’Ufficio Esaminazioni delle Assicurazioni per gli Indennizzi degli Incidenti sul Lavoro della Prefettura di Aichi, ma il perito decise di non accettarla. Inoltre, nell’aprile del 2005 (Anno 17 dell’Era Heisei) rifece la richiesta, stavolta al Consiglio Esaminatore delle Assicurazioni del Lavoro di Tokyo, ma poichè nonostante fossero passati tre mesi non le era stata ancora comunicata alcuna decisione, nel luglio del 2005 (Anno 17 dell’Era Heisei) la moglie del signor “B” intentò una causa come querelante nei confronti dello Stato e del direttore dell’Ispettorato del Lavoro della città di Toyota, che era l’ufficio che avrebbe dovuto prendere la decisione.
Nella sentenza, innanzitutto sulle ore di lavoro del signor “B”, c’era scritto così come segue:
“Nel Reparto di produzione 1 c’erano il turno 1 (diurno) e il turno 2 (notturno). Veniva applicato un sistema di due turni che comprendeva anche ore di lavoro notturno. Gli orari di inizio del lavoro dei turni 1 e 2 erano fissi, e l’inizio e la fine del funzionamento della linea erano i seguenti:
Turno 1:
Orario di inizio del lavoro 6:25 della mattina
Orario dell’inizio del funzionamento della linea 6:30 della mattina
Orario della fine del lavoro 3:15 del pomeriggio
Turno 2:
Orario di inizio del lavoro 4:10 del pomeriggio
Orario dell’inizio del funzionamento della linea 4:15 del pomeriggio
Orario della fine del lavoro 1:00 della notte
Inoltre la sentenza, per quanto riguarda le ore di lavoro straordinario, ha verificato quanto segue: “Nel periodo compreso tra il 10 gennaio e l’8 febbraio del 2002 il signor “B” è stato presente in azienda per un totale di 312 ore e 40 minuti, tra le quali 278 ore e 10 minuti sono di lavoro ordinario. Se ci si basa sull’art.32 comma 1 della Legge sugli Standard del Lavoro che prevede 40 ore di lavoro settimanali, calcolando le ore lavorate dal signor “B”, si ottiene che nel periodo sovracitato egli ha svolto 106 ore e 45 minuti di straordinario.”
Inoltre, riguardo all’arringa difensiva degli imputati, la sentenza ha deciso quanto segue: “Per quanto riguarda la gestione degli orari di lavoro del signor “B”, il signor “K” (il superiore leader del gruppo) li digitava sul computer inserendo dei dati appositi come le ore di straordinario, ma per il signor “B” il signor “K” le registrava come ore di lavoro ordinario dando per scontato che ciò fosse ritenuto necessario per il normale funzionamento, e perciò esse non indicano il reale orario di lavoro realmente svolto.”
Inoltre nella sentenza, per quanto riguarda l’attività svolta dal signor “B” per i piccoli gruppi, fu verificato quanto segue:
“Il signor “B” dal 2000 (Anno 12 dell’Era Heisei) fino al momento dell’incidente di cui si occupa questo caso ricopriva anche il ruolo di Leader della Sicurezza Stradale, di commissario del posto di lavoro, e Leader del Circolo QC (Quality Control, ovvero Controllo Qualità). La Toyota Motors nel reparto della gestione del personale divide i lavoratori in lavori con abilità da principianti, lavori con abilità di livello elementare e lavori con abilità di livello medio-affidabile, e prende in grande considerazione il fatto di poter essere in grado di partecipare ad attività che coinvolgano i membri dei gruppi dando ad ogni lavoratore di livello EX (Expert team leader) la supervisione di proposte per il miglioramento dell’ingegnosità, o di Circoli QC o di attività di piccoli gruppi.”
“Sia l’attività di proporre miglioramenti dell’ingegnosità e quella dei Circoli QC, che hanno la caratteristica di essere direttamente utili all’attività produttiva della Toyota Motors, sia l’attività di sicurezza stradale, che ha dei benefici per la sua amministrazione, si suppone che debbano essere sviluppate e sostenute dalla Toyota Motors stessa, ed è logico ritenere che il lavoro che ha direttamente a che fare con esse, laddove si giudichi che ci sia un infortunio sul lavoro dovuto alle mansioni svolte, debba essere sotto la supervisione dei datori di lavoro.”
Inoltre, riguardo alla qualità del lavoro svolto dal signor “B”, è stato giudicato che “al di fuori della sua linea egli doveva occuparsi di risolvere i malfunzionamenti, e nel caso in cui questi malfunzionamenti e le loro origini non venissero scoperti nella sua postazione ma in una fase successiva del processo di produzione, diventava necessario avere dei colloqui chiarificatori, e poiché a volte ciò portava a subire dei rimproveri dagli alti quadri degli altri settori, si può ritenere che questa mansione fosse per sua natura piuttosto stressante a livello mentale rispetto ad altre. E inoltre, poiché quando la linea era in funzione non aveva quasi nessun giorno per poter lavorare comodamente seduto nella stanza del personale, anche la densità di lavoro durante il funzionamento della linea doveva essere molto alta rispetto ad altre mansioni. In più, siccome era una condizione di lavoro che andava contro un regolare ritmo giorno-notte nelle 24 ore di una persona, dovuta al sistema di cambio di turnazione notturno, ciò portava facilmente a una stanchezza cronica, ed è risaputo che ciò può generare diversi danni alla salute, e considerando il fatto che secondo le ricerche effettuate negli anni recenti si sta individuando che questa è una delle alte cause pericolose di disagi cardio-vascolari, è ragionevole considerare la causa principale del sovraccarico di lavoro il fatto che le mansioni del signor “B” erano sottoposte al sistema di doppia turnazione rilevato in questo caso, che comprendevano ore di lavoro notturno, e che portavano ad una stanchezza cronica.
Infine, è stato giudicato che “per quanto riguarda l’incidente sul lavoro di questo caso, siccome le cause devono essere collegate principalmente alle mansioni di cui si occupava il signor “B”, il provvedimento con cui non fu riconosciuto come incidente sul lavoro durante le mansioni svolte è da ritenersi irregolare, e deve essere annullato.”
(continua)
Trad. di Diego Lasio