Nello scorso post vi ho presentato la sentenza che è stata letta il 13 febbraio 2012 presso il tribunale di Torino, in Italia. Se si entra nel sito Internet della AFEVA (Associazione Familiari E Vittime Amianto, www.afeva.it) si capisce bene di cosa si è trattato in questo processo.
A tal proposito, secondo questo sito Internet le varie associazioni, come i sindacati, che hanno sostenuto le vittime in questo processo, il 14 febbraio 2012 hanno inviato un comunicato di appello. I destinatari di questo comunicato erano l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), l'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), l'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) e l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). Nonostante questo processo si sia tenuto in una piccola città italiana, il fatto che abbiano mandato un comunicato a organizzazioni internazionali di tale livello mi ha fatto meravigliare. Mi ha fatto pensare che anche in Giappone ci sono dei processi importanti, tra i quali tanti trattano di problemi riguardanti i diritti dell'uomo, e che quindi anche il Giappone nel caso in cui ci siano sentenze importanti dovrebbe mandare dei comunicati a queste organizzazioni internazionali in maniera più propositiva.
"Le scriventi associazioni si sono riunite per valutare la condanna a 16 anni di reclusione, inflitta dal Tribunale di Torino (Italia) il 13 febbraio 2012, per “Disastro ambientale doloso Permanente, nei confronti del Vertice svizzero-belga della Multinazionale del Cemento/Amianto Eternit Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier de Marchienne.
Le scriventi ritengono che si tratti di una svolta storica per la Giustizia di una immensa strage di migliaia di lavoratori e cittadini, in particolare di Casale Monferrato e Cavagnolo, sedi di stabilimenti Eternit in Italia.
La verità sulla nocività e cancerogenicità dell’amianto è stata confermata dalla chiarezza eclatante documentata in questo maxiprocesso ed impone urgentemente la proibizione dell’amianto in tutto il mondo.
Continuare ad esporre moltitudini di lavoratori e cittadini al rischio della vita, per l’unico motivo del dato economico e del profitto, deve essere considerato un crimine sociale ed umanitario, e dunque sanzionato come tale, in tutti i paesi seguendo l’esempio dell’Italia.
È dovere di ogni società civile impedire che le future generazioni subiscano tragedie di questo tipo. Per ottenere questo traguardo occorre, altresì, adeguare le direttive degli organismi internazionali, le normative dei singoli paesi e gli strumenti giuridici."
Tratto da http://www.afeva.it/files/app_org_int.pdf
Con questo comunicato si richiede una collaborazione a livello internazionale per estirpare i danni causati dall'amianto. Poiché probabilmente non esistono Paesi in cui non ci sia e non sia stato utilizzato l'amianto, è chiaro che i danni causati da questa fibra esistano in tanti altri posti. Per questo motivo per estirpare i danni causati dall'amianto è necessaria una collaborazione a livello internazionale. Questo comunicato è stato pubblicato dal sito Internet in lingua italiana, per cui se ci dovessero essere degli errori nella traduzione vi prego di scusarmi.
A proposito, i gruppi che hanno mandato questo comunicato sono i seguenti: AFEVA (Associazione Famigliari E Vittime Amianto), CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro), CISL (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori), UIL (Unione Italiana del Lavoro). Questi ultimi tre sono i più grandi sindacati a livello nazionale in Italia. In particolare la CGIL è la più grande confederazione sindacale nazionale, che con i suoi circa 6 milioni di iscritti ha acquisito un grande diritto e forza di parola anche a livello politico.
Riguardo alle denunce sui danni causati dall'amianto, nonostante abbiano delle differenze religiose e politiche, questi tre grandi sindacati hanno sostenuto insieme la causa. Credo che questo sia molto apprezzabile, e mi ha fatto sentire la forza con cui i cittadini e i lavoratori italiani combattano per eliminare i danni dovuti dall'amianto.
Avvocato Atsumi Reiko
Traduzione di Diego Lasio