L’altro giorno al mio ufficio è arrivata una telefonata da parte di un’italiana residente in Giappone.
I particolari non erano molto chiari, ma nella telefonata la ragazza ha detto: “A Tokyo ho consultato due avvocati, ma mi hanno detto che le mie richieste erano impossibili. Non si potrebbe fare qualcosa?”
Io ho pensato che se due avvocati le avevano detto che era “difficile”, non aveva molto senso per lei venire da noi a Nagoya apposta da Tokyo, ma siccome ha risposto che sarebbe venuta comunque, ho chiesto a Diego di fare da interprete, e l’ho ricevuta per un consulto legale.
Dopo esserci presentati, le ho chiesto chi fossero i due avvocati che aveva consultato a Tokyo, e se la cosa non la disturbava, di dirmi i loro nomi. A quel punto lei ha tirato fuori un biglietto da visita e me lo ha dato. E cosa è successo? Il biglietto da visita non era di un avvocato, ma sull’intestazione c’era scritto gyousei shoshi (traduzione libera dal giapponese: scrivano estensore di atti amministrativi, N.d.T.).
Così io le ho detto: “Scusi, ma questo non è un avvocato!”. Ma lei, mostrandomi il retro del biglietto da visita, ha detto: “Qua c’è scritto lawyer. Quindi è un avvocato! Non c’è dubbio!” Sul retro del biglietto da visita c’era scritto in inglese Administrative Documentation Lawyer. Effettivamente in inglese quando si dice lawyer, si intende comunemente un legale o comunque un avvocato. Perciò io le ho detto: “In inglese questa parola si legge avvocato, ma in Giappone questa persona non è un avvocato. Questa è una persona che ha il titolo di scrivano di atti amministrativi, che si dice gyousei shoshi.” Lei si è molto sorpresa di ciò.
D’altronde, l’interprete Diego ha avuto delle difficoltà nel tradurre in italiano la parola gyousei shoshi. Per gyousei shoshi, secondo la Legge sugli scrivani estensori di atti amministrativi, si intende colui che “ricevendo l’incarico da un’altra persona ed essendo compensato per questo, si occupa di presentare della documentazione presso uffici ed enti pubblici e governativi, nonché di produrre documentazione scritta relativa a certificazione di fatti reali, diritti ovvero doveri”. Nel concreto, può ricevere la delega a seguire le pratiche per una richiesta del permesso di soggiorno all’Ufficio Immigrazione, oppure può occuparsi di fondare una persona giuridica, ecc.
Tuttavia, in Italia non esiste un titolo statale equivalente a quello di gyousei shoshi. A proposito, se si cerca gyousei shoshi su un dizionario giapponese-italiano Shogakukan, esce la parola notaio, ma se al contrario si cerca la parola notaio su un dizionario italiano-giapponese Shogakukan, in giapponese viene tradotto come koushounin (traduzione letterale: autenticatore pubblico, N.d.T.).Anche in Giappone esiste una figura simile a quella del notaio, ma i suoi compiti non hanno nulla a che fare con quelli del gyousei shoshi, così come quelli di quest’ultimo sono molto diversi da quelli di un notaio italiano stesso. È proprio vero che è difficile tradurre la parola gyousei shoshi.
Continuando a parlare, abbiamo capito che si trattava di un titolo esistente in Giappone ma non in Italia, e secondo Diego anche il titolo di shihou shoshi ha la stessa caratteristica. Cercando questo termine sul dizionario giapponese-italiano Shogakukan, infatti, esce la parola “copista di atti pubblici”, ma cercando “copista” sul dizionario italiano-giapponese Shogakukan, esce il significato di Taipisuto, dall’inglese typist (traduzione: dattilografo, N.d.T.), che ha tutto un altrosignificato. D’altra parte, sul dizionario giapponese-italiano Daily Concise della Sanseido esce la parola “scrivano”, ma se si cerca “scrivano” nella parte italiano-giapponese dello stesso dizionario escono le parole “daihitsu” e “shoki” (traduzione: Daihitsu = chi scrive qualcosa per conto terzi; Shoki = segretario, cancelliere, scrivano). Insomma, così come per gyousei shoshi, anche per shihou shoshi non ci sono delle traduzioni italiane che corrispondano alla perfezione.
Alla fine è venuto fuori che la ragazza italiana non aveva consultato nessun avvocato, e così dopo averle chiesto da capo tutti i dettagli del suo caso, le ho dato qualche consiglio.
Ah, meno male che non avevo rifiutato di riceverla per un consulto!
Avvocato Atsumi Reiko
Traduzione di Diego Lasio