Macchè “le donne brillano”!
La nuova canzone delle HKT48, la versione di Fukuoka (città chiamata anche HaKaTa) della band femminile AKB48 (le 48 ragazzine di Akihabara, quartiere di Tokyo), uscita il 13 aprile 2016 e intitolata "Più che Einstein, Dianna Agron", ultimamente è diventata oggetto di discussione per il suo testo.
Vediamo una parte del testo di questa canzone:
Le cose difficili non le penso. Avere la testa vuota va bene.
Le ragazze devono essere carine.
Nel periodo della scuola va bene essere stupide.
Più che al punteggio degli esami faccio caso alla grandezza delle pupille.
Una può studiare tanto ma se non viene amata non ha senso.
Anche se una non conosce il senso comune della società mondiale, l'importante è sapersi truccare bene.
Per le donne l'amore è un lavoro.
Fino a che non si diventa mamme va bene essere bambine.
La cosa più importante di tutte non è proprio riuscire a mantenere una pelle liscia?
Voglio brillare sempre di più! Per le persone l'apparenza è la cosa più importante.
D'altronde l'interiorità non si può vedere.
Essere carine è giusto.
Purtroppo questa è una cosa che molti pensano sulle donne.
Nel 1962 un professore dell'università Waseda ha portato avanti la tesi delle"studentesse senzapatria" dicendo che "la facoltà di letteratura era stata occupata dalle donne e che si era trasformata in una scuola per sposine". In poche parole in questa tesi ha dichiarato che "è senza senso dare alle studentesse un'istruzione di alto livello come quella universitaria, perché è solo uno spreco di soldi pubblici".
Intorno al 1975 ci fu anche un intervento discriminatorio nei confronti di alcune donne che partecipavano al concorso di Stato per entrare in magistratura, da parte di un docente maschio. Furono dette parole come: "non è tollerabile inserire le donne in un mondo in cui gli uomini rischiano la vita", oppure "se si viene nominati a una carica pubblica è ovvio che si dovrà anche cambiare sede di lavoro, ma le donne su questo non è che la fanno troppo facile?"
Per andare a tempi più recenti, nell'agosto del 2015, il governatore maschio della provincia di Kagoshima, mentre partecipava a una riunione sul modo di insegnare agli studenti delle scuole superiori, ha preso la parola per dire qualcosa del tipo: "se chiediamo alle donne se nella società hanno mai utilizzato il seno, il coseno, e la tangente, nove su dieci diranno che non li hanno mai utilizzati. Quindi a che serve insegnarglielo? Più che insegnare alle donne il seno, il coseno e la tangente, forse sarebbe più utile, riguardo i piani per i progetti futuri dell'umanità, insegnar loro qualcosa su piante e fiori del mondo." Se non si continuano gli studi universitari in materie scientifiche, anche tra gli uomini non c'è nessuno che usa la trigonometria al lavoro, quindi non c'era nessuna necessità di limitare questo discorso dicendo "se chiediamo alle donne". Piuttosto nel caso che in futuro si pensi di continuare gli studi in campo umanistico, sarebbe necessario imparare un modo di pensare scientifico nell'insegnamento delle scuole superiori.
E ancora, nel marzo del 2016 il preside uomo di una scuola media di Osaka, al convegno nazionale di tutte le scuole del Paese, ha preso la parola per dire: "Per le donne la cosa più importante di tutte è mettere al mondo due o più figli. Questo ha più valore che fare carriera nel lavoro." È ovvio che a mettere al mondo i bambini possono essere solo le donne. Tuttavia a decidere se "ha più valore mettere al mondo dei bambini che fare carriera nel lavoro", come dice lui, devono essere le donne. Nel 1994 alla "Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo" tenuta al Cairo, è stata portata avanti la teoria sulla salute dei diritti riguardanti il sesso e la procreazione, cioè reproductivity, health and rights, che riconosce ampiamente il concetto del "diritto personale riguardo il parto". Non è assolutamente un problema se le donne danno la precedenza al lavoro. Le studentesse, come donne, come avranno preso le parole pronunciate dal preside in quel convegno?
Ancora oggi come nel passato molti pensano che per le donne vada bene essere stupide, e che le donne debbano entrare in una famiglia e fare tutto quello che dice il marito.
A proposito della canzone, leggendola ora quello che più mi ha dato un senso di disagio è stata la frase "voglio brillare sempre di più". Mi è venuto da pensare che forse il loro "brillare" è essere nella condizione di "avere la testa vuota, non conoscere il senso comune, ma essere brave a truccarsi e avere la pelle liscia per essere carine".
Recentemente il Primo Ministro Abe sta portando avanti varie riforme dicendo di volere costruire "una società in cui tutte le donne brillino".
Per esempio nell’ottobre del 2014 secondo il “Pacchetto di misure per far brillare tutte le donne” messo assieme dal Quartier Generale per la creazione di una società in cui tutte le donne brillano”, “il fatto che le donne brillano, si collega alla costruzione di una società che abbia vitalità e in cui sia più facile vivere” e si spiega che ciò riguarda “la costruzione di un sistema e di un’organizzazione di una società in cui sia facile vivere dal punto di vista delle donne, dove è più facile allevare i bambini, si possa assistere gli anziani e agli invalidi in tranquillità, si possa lavorare in maniera leggera adattandosi alle varie fasi della vita, si possa entrare in contatto abbastanza con la famiglia e con il territorio”. Inoltre, la prima delle sei misure prevede la costruzione di mezzi specifici per soddisfare le aspettative delle donne che “vogliono portare avanti una gravidanza, partorire, crescere i figli e prendersi cura degli anziani e degli invalidi.”
Alla fine è proprio così che la pensa il presidente Abe: il primo significato per “donne che brillano” è che “le donne si sposano, mettono al mondo dei figli, li crescono e poi si prendono cura dei genitori”!
A proposito, a scrivere il testo della canzone “Più che Einstein, Dianna Agron” è stato il famoso Akimoto Yasushi, che sembra piaccia molto ad Abe!
In più, sembra che al sito “LITERA” che ha criticato la discriminazione nei confronti delle donne nel testo della canzone di Akimoto Yasushi, sia arrivata una protesta dalla Azienda manageriale delle AKB che dice di voler “procedere per diffamazione e vilipendio”.