- Uomo avvisato, mezzo salvato.
Traduzione in g iapp onese : una persona che è stata avvisata, per m et à è stata aiutata
“In questa frase non c’è scritto su cosa sia stato avvisato, ma in Italia di solito si intende un avviso su qualcosa di pericoloso o di brutto. Perciò, se si viene avvisati di qualcosa di pericoloso o di brutto, in quella fase lo si può evitare salvandosi in anticipo, no?”
“Se si viene avvisati di un futuro pericolo ma non si fa nulla, il risultato è che si va incontro a una fine tragica. Per questo motivo, se si riceve da qualcuno un avvertimento importante, cioè un consiglio, non lo si dovrebbe ignorare, ma forse bisognerebbe pensarci su per bene! Insomma, bisogna prestare orecchio ai consigli!”
“In Italia, quando un bambino fa qualcosa di cattivo, la madre gli dice questa frase per metterlo in allerta, così che se il figlio non fa quello che dice lei, verrà rimproverato!”
“Ma guarda un po’! Per dire “fa’ quello che ti dicono gli adulti!”, educano i bambini usando questa espressione!”
“Mah, l’unica cosa che si può fare subito, è che è necessario uscire con l’ombrello, quando c’è una previsione di pioggia!”
- Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace.
Traduzione in giapponese: Le cose belle non sono per forza belle in s é, ma sono belle le cose che piacciono
“Le cose non sono belle in modo oggettivo, ma ciò che ci piace ci sembra bello! Beh, non limitandosi solo a una donna come controparte, anche sui dipinti o sulle sculture che ci piacciono, tutti dicono la loro opinione, ma senza lasciarsi influenzare da quella degli altri, è importante dire che secondo noi quello che ci piace di più è bello!”
“Anche in Giappone c’è un proverbio simile che recita “Anche un buttero in viso è una fossetta”. Quando si sorride ai lati della bocca si formano delle fossette, e queste rendono la persona molto carina alla vista. Perciò, se una persona ci piace, anche un buttero (una cicatrice rimasta da un brufolo guarito) può piacere!”
“Come sarebbe bello se trovassi una persona che mi piacesse a tal punto!”
- Noi eravamo come voi, Voi sarete come noi.
Traduzione in giappo nese : Noi eravamo vivi come lo siete voi adesso. Voi diven terete come noi
“Queste parole si trovano nella basilica di Santa Maria della Concezione, famosa in Giappone con il nome di “tempio delle ossa”, ed è scritta sull’ingresso della cripta di questa chiesa. In questa camera sono esposte come un’opera d’arte tantissime ossa umane”.
Nel testo esplicativo si dice che sia stato fatto utilizzando le ossa di 4000 persone morte in 350 anni, tra il 1528 e il 1870!”
“Incredibile! Fa quasi paura! In verità, esisteva un’espressione latina che diceva “Sum quod eris, fui quod sis”; in giapponese risulta un po’ antiquata ma si traduceva “Io fui così come sei tu, e tu diventerai così come sono io”. Sembra che in realtà questa frase latina compaia in tante tombe un po’ dappertutto!”
“Inoltre, in questa chiesa c’è anche la lapide del cardinale Antonio Barberini, fratello minore del Papa Urbano VIII, e lì c’è scritto “Hic jacet pulvis, cinis, et nihil” (Qua giace polvere, cenere e il nulla)”.
“Si percepisce il senso della vanità della vita, ma sembra un consiglio a vivere al meglio adesso, perché prima o poi tutti gli uomini dovranno morire!”
- O patria! O patria, quanto mi costi!
“Questa frase viene pronunciata nell’opera “Aida” dal protagonista nel terzo atto. È un’opera molto famosa del compositore italiano Verdi, la cui prima andò in scena nel dicembre del 1871 al Teatro Reale del Cairo, in Egitto. Questa storia è ambientata nel 2000 a.C., in Egitto. La protagonista Aida è la principessa di Etiopia, che benché sia prigioniera del nemico Egitto, si innamora del giovane generale egiziano Radamesse. Il padre, il re di Etiopia, è stato catturato dagli Egiziani, e ha ordinato alla figlia di ricavare i segreti dell’esercito egiziano da Radamesse.
La frase in questione è la risposta che Aida dà al padre alla richiesta “Pensa che un popolo vinto, straziato, per te soltanto risorger può!”
“Poverina! Aida si trova nel dilemma di dover scegliere tra l’amore per la propria patria e quello per Radamesse. Doveva essere molto turbata!”
“Tuttavia, alla fine Aida ricava da Radamesse la posizione dell’esercito. Quindi ha vinto l’amore per la patria! Ciò però ha fatto soffrire Radamesse, e alla fine...”
“Non pensi che sia raro che il tema principale di un’opera lirica sia l’amore per la propira patria?”
“Verdi nacque nel 1813 e morì nel 1901. In questo periodo in Italia ci fu il movimento di unificazione. In quell’epoca l’Italia era divisa in tanti piccoli Paesi, ma dal 1815 circa iniziò il movimento di unificazione. Nel 1861 nacque il Regno d’Italia, e poi nel 1870 fu unita anche la città di Roma che apparteneva al Papa, mettendo fine all’unificazione di tutta la penisola. Verdi, che comprendeva bene la situazione politica del momento, aveva capito anche il movimento per l’unificazione. Queste parole di Aida solleticavano il patriottismo, forse!”
“C’era una storia molto difficile! Ma questa Aida è famosa soprattutto per la marcia trionfale del secondo atto, no? Sentendo l’eroismo di quelle trombe, il petto si gonfia di coraggio. Anche solo per questo Verdi era un compositore incredibile!”
- Con onore muore chi non puo serbar vita con onore.
Traduzione in giapponese: Le person e che non possono vive re con onore devono morire con onore.
“Queste parole si trovano in quella famosa opera Madame Butterfly di Puccini, e vengono dette dalla protagonista Chocho-san prima di suicidarsi. Per la precisione lei si suicida con un pugnale, sul cui fodero sembra che ci fosse incisa questa frase.”
“Che vuoi dire?”
“Nel primo atto, questo pugnale era un ricordo del padre di Chocho-san, che si era suicidato facendo seppuku (harakiri, il taglio della pancia) con questa lama che gli era stata donata dall’imperatore. Forse Puccini provava interesse nel suicidio tramite taglio della pancia che esisteva nella società guerriera giapponese, e ha voluto scrivere del suicidio di Chocho-san tramite questo pugnale.”
“Ma Chocho-san non ha fatto niente di male, e anche se era stata abbandonata da Pinkerton, poteva continuare a vivere la sua vita, no? Non riesco a credere che il suicidio di Chocho-san sia per il suo onore!”
“In passato anche in Giappone questo tipo di suicidio era considerato ragionevole, e quando l’esercito americano approdò sulle coste di Okinawa durante la Seconda Guerra Mondiale, sembra che dicendo che “i soldati americani avrebbero ucciso gli uomini e stuprato le donne, e che quindi se si doveva essere umiliati in quel modo, piuttosto che subire quell’onta era meglio morire”, molti abitanti furono costretti a commettere suicidio per l’onore dei giapponesi.”
“Però, il fatto di suicidarsi per l’onore nonostante non se ne abbia nessuna responsabilità, al giorno d’oggi penso che non verrebbe capito”.
- Vita brevis, ars longa.
“Questo detto era originariamente del greco Ippocrate, e quindi la frase originale era in greco antico. Però è diventata famosa dopo che Seneca la scrisse in lingua latina.
Ora in italiano moderno recita “la vita è breve, l’arte è lunga”.
“Questa frase in giapponese viene presentata come “L’arte è lunga, la vita è breve”, ma che differenza c’è?”
“Ippocrate era un medico e perciò non usava la parola arte come la intendiamo noi. Perciò in questo caso “arte” significa “tecnica”, e si dice che nell’interpretazione corretta vada intesa come “la vita di un medico è breve, ma l’arte medica ha una lunga vita”. Dicendo che “l’arte medica è lunga”, si tramanda che Ippocrate sembra che si lamentasse del fatto che per impararla ci volesse molto tempo”.
“Non c’è dubbio che la durata degli studi della facoltà di medicina sia molto più lunga rispetto a quella delle altre facoltà!”
“In origine si parlava della tecnica medica, ma nel XVIII secolo si interpretò come arte, e si continua a farlo così ancora oggi”.
“Però! Che bella interpretazione dal punto di vista degli artisti!”