Il Giappone è al 111̊ posto.
Il 26 ottobre 2016 il World Economic Forum ha reso noti i dati relativi al divario tra i due sessi nel rapporto "Varie disparità tra i due sessi nel mondo - 2016".
Circa tre anni fa avevo scritto l'articolo "Il Giappone è al 105° posto", e da allora il nostro Paese anziché salire di posizioni è sceso ancora di più. Perché mai?
Insomma, il Giappone è al 111° posto su 144 Paesi.
Guardando i primi 10 posti della classifica, i primi posti sono dominati dai Paesi del Nord Europa, con al primo l'Islanda, al secondo la Finlandia, al terzo la Norvegia, al quarto la Svezia, al quinto il Ruanda, al sesto l'Irlanda, al settimo le Filippine, all'ottavo la Slovenia, al nono la Nuova Zelanda, al decimo il Nicaragua.
Guardando i Paesi che hanno partecipato al G7 tenutosi a Iseshima in Giappone, troviamo la Germania al 13° posto, la Francia al 17°, l'Inghilterra al 20°, il Canada al 36°, l'America al 45° e l'Italia al 50°. Tra i Grandi Sette il Giappone si piazza all'ultimo posto, ed essendo anzi miseramente oltre la 100 posizione, si potrebbe dire che non abbia neanche i requisiti per far parte del G7.
Confrontiamo la posizione del Giappone nei vari anni e vediamo che nel 2006 stava all’80° posto, nel 2007 al 91°, nel 2008 al 98°, nel 2009 al 101°, nel 2010 al 94°, nel 2011 al 98°, nel 2012 al 101°, nel 2013 al 105°, nel 2014 al 104°, nel 2015 al 101°, e infine nel 2016 al 111°, il piazzamento peggiore di sempre. La condizione sociale delle donne giapponesi anziché migliorare, peggiora sempre di più.
Insomma, la disparità tra uomini e donne in Giappone, considerata sia a livello internazionale sia a livello di progressione temporale, è in una condizione pessima.
Questo indice si ottiene tenendo in considerazione quattro valori di discriminazione tra uomini e donne (partecipazione alla vita economica e opportunità; educazione scolastica; salute e durata della vita; potere di influenza politica), che vengono valutati separatamente per ogni Paese.
La posizione globale del Giappone è la 111a, ma nel settore della “partecipazione alla vita economica e opportunità” è la 118a, in quello dell'”educazione scolastica” la 76a, in quello della “salute e della durata della vita” la 40a, in quello del “potere di influenza politica” la 103a.
All'interno di queste quattro categorie ci sono altre 14 sottocategorie. All'interno della categoria economica, nelle “stime di guadagno” siamo al 100° posto, nelle “posizioni di manager, alti livelli di amministrazione pubblica e legislativa” siamo al 113°, nel settore del “lavoro tecnico e specialistico” siamo al 101°; nel settore dell'educazione scolastica siamo al 108° posto nella categoria di “educazione di alto livello”; nel settore della politica siamo al 122° posto nella categoria della “percentuale di donne in Parlamento”.
In particolare per quanto riguarda la “percentuale di donne in Parlamento”, che è la posizione peggiore, secondo i dati della Presidenza del Consiglio, al dicembre del 2015, nella Camera dei Rappresentanti (la Camera Bassa) le donne sono solo il 9,5% (45 membri), mentre nella Camera dei Consiglieri (la Camera Alta) sono solo il 15,7% (38 membri). E ancora, nella percentuale di donne nei posti di lavoro statali, il numero di dirigenti donne delle sedi centrali degli uffici amministrativi ministeriali è del 3,5%, mentre la percentuale di alti dirigenti donne di questi uffici è del 3%. In questa situazione è inevitabile che l’opinione delle donne non venga rispettata dalla politica.
In confronto a questa condizione del Giappone, quella dell’Italia è fantastica. Mentre nel 2006 l’Italia era nella 77a posizione, e il Giappone nell’80a, e quindi quasi sullo stesso livello, nel 2016 l’Italia è riuscita a salire fin ben alla 50a posizione.
Osservando la posizione dell’Italia nelle quattro macro-categorie, nella “partecipazione alla vita economica e opportunità” si trova al 117° posto, nell’”educazione scolastica” al 56°, nella “salute e durata della vita” al 72° posto, nel “potere di influenza politica” al 25° posto.
Per quanto riguarda la “partecipazione alla vita economica e opportunità” il Giappone si trova al 118° posto, e quindi ha una disparità tra uomini e donne quasi simile all’Italia, ma se si guarda al “potere di influenza politica” il Giappone si trova ben 80 posizioni sotto l’Italia, cioè al 103° posto. In particolare, nella “percentuale di donne in Parlamento” l’Italia si trova al 39° posto, e nel “numero di ministri donne” si trova in altissima posizione, al 10° posto.
Infine, sulla “Classifica delle percentuali di donne in Parlamento” del 2015, che compare sulla bacheca della IPU (Inter-Parliamentary Union), si legge una statistica in cui su 189 Paesi l’Italia si trova al 38° posto con il 30,109% (286 parlamentari donne), mentre il Giappone si trova al 147° posto con l’11,60% (83 parlamentari donne).
Analizzando dunque queste classifiche mondiali, si può capire bene che tipo di leggi e di sistema si dovrebbero creare, e che tipo di abitudini si dovrebbero cambiare.
Avv. Atsumi Reiko
Trad. Lasio Diego